L’Africa si proietta nel XXI secolo
Il XXI secolo del disagio. Finalmente anche l’Africa entra nel grande archivio del trash e lo fa col botto. Riak è il nome d’arte di questo sciagurato che se ne va in giro con una catena di rame al collo a cantare How you want me to in inglese stentato.
Per di più ci delizia con un balletto spastico nel mezzo di un viottolo malfamato, a seguire la celestiale visione dei suoi boxer che spiccano sullo sfondo dello spazio siderale, invitandoci a contemplare la vastità dell’infinito e a come non abbiamo mai pensato che due cose simili potessero stare così bene insieme.
Comunque la produzione è notevole: abbiamo cambi di outfit, cambi di location (da dietro delle baracche di lamiera a di fianco delle baracche di lamiera), sfoggio di apparecchiature per la registrazione di ultima generazione e ovviamente non trascuriamo la performance. Questo è rap ad altissimi livelli, Snoop Dogg levate. E’ talmente complesso che non si capisce niente o forse è il cervello che si rifiuta di ascoltare una cantilena che tra gli effetti collaterali ha l’insorgere del ritardo mentale.

L’immagine qui sopra è stupenda, riassume tutta la Bellezza che c’è in questo video: sta flexando dentro un video fatto con due lire. Non si capisce se è un genio e lo fa apposta oppure è davvero al livello dei migliori cantautori slavi, in ogni caso siamo lieti che il Sudan abbia concepito tale splendore e che l’Australia l’abbia accolto per farlo fiorire e portarlo nei nostri computer.
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