Lanzichenecco. In tutta Europa sinonimo di terrore e violenza, di mercenari formidabili e spietati. Ci immaginiamo questi soldati armati fino ai denti, ripugnanti, con armature dall’aspetto temibile. Non certo questo.

Nella xilografia possiamo ammirare un alfiere lanzichenecco, mentre regge con fierezza la bandiera della sua compagnia. Grazie alla moderna comunicazione, abbiamo già chi ha coniato un’espressione perfetta per questa tenuta: TANA PER L’ORRORE! Ma basta dilettarci con le citazioni colte, vediamo com’è accaduto.
Riassuntino succinto
Innanzitutto un po’ di storia. Nel corso del 1500 le guerre si fanno ambiziose, ma i nostri signori non avevano certo denaro da sprecare per uniformare gli armamenti dei nostri mercenari preferiti. Sicché costoro, nella loro infinita saggezza, non si preoccuparono certo di porsi delle restrizioni. Dal fante più squattrinato al colonnello più facoltoso, l’abbigliamento era libero da ogni convenzione sociale, un concerto di colori che ci ricorda perché la Germania non è mai stata la capitale della moda.
L’outfit

Naturalmente, la cosa che colpisce di più, sul momento, è il tripudio di piume che sovrasta il capo del nostro ufficiale. C’è da chiedersi quanto fosse funzionale in battaglia, ma via è la guerra signori, e se tutto è permesso in amore e in guerra, perchè morire in modo sobrio!
Veniamo alle meravigliose maniche aperte, a sbuffo, anche queste molto comode per combattere, perchè non intralciano i movimenti, fornendo tutta la protezione della stoffa. Essendo un alfiere, quindi potendosi permettere un abbigliamento più sfarzoso, immaginiamoci le maniche a due o più colori. Splendide. Nessuno ne critica la mirabile fattura, ben inteso. Le sarte al seguito dell’esercito erano abilissime e bisogna dire anche molto coraggiose nel confezionare abiti di tale foggia (sebbene non quanto chi li indossava).
Il farsetto. Fabbricato insieme alle brache, in due colori differenti per destra e sinistra, nel tardo gotico poteva averne anche di più, variando anche colori tra le brache e il farsetto, per soddisfare gli elementi dell’esercito più audaci. Ingozzatevi di pastelli a olio e poi vomitate addosso al vostro amico. Congratulazioni, avete ottenuto l’effetto desiderato!

Per non farsi mancare niente, parliamo delle scarpe. Nella nostra immagine vediamo il nostro alfiere mentre porta con sicurezza delle austere scarpe a becco d’anatra, ma col passare del tempo, anche i piedi vollero la loro parte. Le scarpe a zampa d’orso o quelle a corno sono solo alcune delle calzature più mirabolanti. Quelle che catturano meglio lo spirito però sono le scarpe a muso di vacca qui a lato: in pratica le crocs post-medievali.
L’arguta fauna guerresca non si smentisce nemmeno con l’outfit invernale, che prevede un mantello avvolto intorno alle spalle, secondo la moda italiana. Rendendosi conto di cosa avevano fatto, probabilmente cercarono di rimediare, fallendo miseramente. Caspita! Sembra che da quella ferita ti escano le viscere, fratello! Ecco, metti un cerotto. Visto che poi non erano già abbastanza impediti da tutto questo eccesso di tessuto, la scelta del mantello era obbligata, poiché ostacolava ulteriormente i movimenti.
Il pezzo forte
Ma veniamo al clou di questa sfilata d’alta moda. Cosa rendeva un lanzichenecco un vero uomo? Di certo non la brutalità in battaglia o l’efferatezza nell’inseguire i nemici ormai sconfitti. Cose da signorine. Ciò che dava ad un lanzichenecco tutta la sua virilità, era la braghetta.

Il secolo aveva visto rigonfiamenti spuntare fuori da tutte le parti. Perché non gonfiare anche i genitali? Ebbene sì. La massima virilità era data da un sacchetto per i genitali. Più era vistoso e imbottito, meglio era. Purtroppo moda diffusa dell’epoca, tra gli uomini d’arme assunse una dimensione imbarazzante. Chiamata con vari nomignoli affettuosi, quali “archetto di violino”, “testa di bue” o “guscio della chiocciola”, la braguette chiude questo naufragio stilistico in maniera sublime. Mentre andiamo a lavarci gli occhi con la candeggina, ringraziamo per questa perla che l’età moderna ci ha regalato.