Joan Lui

Joan Lui: il proto-Adrian

Chi ben comincia, finisce col botto

Buongiorno e bentornati, orsette e carboncini, all’ultimo capitolo di questa memorabile serie! Oggi concludiamo il viaggio incredibile dentro la mente di un uomo, che ha cambiato la storia.

Joan Lui – Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì è la porcheria più colossale, bella, allucinante che gli anni ’80 italiani potessero offrirci. Uscito nelle sale nel 1985, il film vedeva alla regia Celentano, alla sceneggiatura Celentano, come attore protagonista Celentano, alla colonna sonora principalmente Celentano e al montaggio Celentano. Già questa frase è un tripudio di delirio di onnipotenza, ma dopo Adrian non ci coglie impreparati. Le analogie con la serie animata però, purtroppo, non si fermano qui: ad esempio il budget stellare con il quale è riuscito a creare l’apoteosi del trash oppure il fatto che sia stato stroncato dalla critica, o che abbia avuto problemi vari di produzione eccetera eccetera.

Lasciamo poi perdere tutto quello che c’è stato attorno al film: diciamo solo che ad un certo punto si è palesato Silvio Berlusconi e il film è stato adorato da Grande Madre Patria, notamente grande intenditrice di Bellezza.

Questo grandioso capolavoro, potete trovarlo comodamente su YouTube, in versione tagliata o estesa.

Con queste impressionanti referenze, tuffiamoci senza indugio verso la nostra morte cerebrale!

Le convulsioni non sono belle

Questo il mio pensiero dopo appena cinque minuti da che avevo deciso di immolarmi in nome del Bene superiore. Che dire, si vedono stivali, un treno, una porta, una mano che apre la porta, la porta che poi si apre da sola, ancora il treno, ancora la porta, ancora gli stivali e così via discorrendo per un numero sufficiente di volte. Sufficiente a farti venire un attacco epilettico. Cinque minuti, cinque dannati minuti e già il montaggio è talmente brutto, che piango Bellezza di lato. Quando l’epilessia si calma compare una scritta: “Una troupe così non l’ha mai avuta nessuno. Grazie.”. Ma “grazie” lo diciamo noi carissimi!

Inquietante

Comunque, dopo questo momento imbarazzante, Joan entra in un vagone, pieno di gente di colore. Ah, pensavo di stare in America, invece è un normale vagone di Trenord, fuori dalle ore di punta. La gente in questione, non si capisce perché, comincia a bullizzarlo, lanciargli un piatto di riso crudo davanti alla faccia e chiamarlo “sporco bianco”, mentre la colonna sonora viene suonata da un pianista in scena, che fissa Joan inquietantemente. Insomma, sketch che non fanno ridere nemmeno mia nonna a parte, il treno ad un tratto si ferma e si scopre che qualcuno ha fregato le rotaie; allora forse siamo a Napoli, però er capotreno ha un vago accento romano. Boh.

Visto che non può fare altrimenti Joan, insieme al suo outfit da Sandokan-biker-Dracula-contadino d’altri tempi, si avvia verso un casotto, dove incontra la Madonna e Giuseppe, che però è doppiato da Celentano. Va beh, non è il primo. Salutati i due adorabili anziani, si incammina nel tunnel della vita. Il tunnel della vita è segnalato da un cartello dipinto con vernice bianca, che recita “tunnel della vita”; e poi dicono che in Italia non funziona niente, almeno i luoghi di interesse sono indicati come si deve!

Uscito da tunnellellellel, Joan ha una camicia diversa e si ritrova in città, nel caos più totale. Proprio in quel momento, Emanuela Carboni viene rapita (tenetela a mente, tornerà dopo). Sorvoliamo su altri sketch penosi e passiamo a bellissime ed entusiasmanti riprese infinite di elicotteri, che sembrano causare la bora triestina, quando si avvicinano al suolo. Celentano conosce la fisica ancora meno dei creatori degli anime sportivi.

Improvvisamente giungono di gran carriera degli squadristi, che cercano di identificare Joan attraverso il loro database maligno, ma quando ci provano parte dal nulla Heilige Nacht. Ehm…eh? Intanto Joan spiega ai poveri cerebrolesi (ovviamente anche qui è sveglio solo lui) che non possono certo trovarlo, perché lui non è transistorizzato ed etichettato. Io, invece, sono pastorizzata e parzialmente scremata.

Da qui in poi comincia la discesa verso il baratro della follia, che viene aperto da una bella sequenza musicale. Ah sì, che bello, non vedevamo l’ora che accadesse. Tutti ballano e Celentano ci fa il riassuntazzo della Genesi e del buon selvaggio di Rousseau mentre Adamo su un cavallo bianco mette incinta Eva o qualcosa del genere, devo ammettere che mi sono un po’ distratta guardando quella specie di Bruce Lee ,che ballava combattendo, mentre si denudava violentemente. Comunque la gente fa incidenti in auto, un tassista comincia a suonare il sax, mentre un tizio lo insulta, anche se poi si mette a ballare con un’altra tizia su un carro attrezzi. Una persona normale potrebbe pensare che sia sufficientemente delirante così, ma NO! In più, mentre Celentano sproloquia sull’inquinamento e l’indifferenza, veniamo graziati da una ripresa di due minuti su di un tizio, che suona barili di ferro come fossero bonghi, mentre dietro di lui gli squadristi in elicottero lo fissano. E’ talmente allucinante, che sono incredula io stessa mentre lo scrivo, dopo averlo visto con questi occhi.

Manco a dirlo, diventa famoso nel giro di un musical.

La fama e il Potere

Un’affarista superfiga, Judy, che però di notte ha crisi di soffocamento, si accaparra il talento di Joan e una volta pubblicata la sua musica, tutti lo osannano come un santone, tranne Tina Foster (Claudia Mori), la giornalista di punta del giornale dell’Est, il giornale del partito comunista, che si oppone, ovviamente, al giornale dell’Ovest. Mi ricorda vagamente un campionato giocato in un lontano futuro dalla squadra del Nord e quella del Sud. Non ho ancora capito perché siamo in Italia e tutti hanno nomi inglesi, comunque.

Insomma, Rita si accanisce contro Joan nei suoi articoli e decide di andare a vedere la sua esibizione in un tempio, mentre fuori dalle porte c’è gente, che si droga e ci sono prostitute, che si menano come ad un combattimento di galli. Ah sì, mi ero dimenticata di tutte le scene di drogati, che mostrano il degrado della società. Entriamo in questo benedetto locale, dove il barman è il vescovo e ci sono dei tizi vestiti un po’ da Rockets e un po’ da Leee John sulla copertina di Just an Illusion, che ballano.

A questo punto comincia la performance di Joan e, udite udite, compaiono le danzatrici arabe, che si vedono durante quell’epifanico momento che è Il Nulla! Non si è solamente autocitato in Adrian, ma ha citato la più grande P*******A, che abbia mai prodotto, che è ovviamente anche il suo più grande capolavoro! Celentano digievolve MetaCelentano! La sua abilità di farsi segoni autoencomiastici aumenta di 100 e ora può farseli anche coi piedi! Mio Dio, è tutto talmente bello, che il mio cuore potrebbe esplodere!

Lui comincia a parlare in inglese o in italiano o nella sua lingua inventata oppure sarà la lingua degli dei di Domenico Bini, che sarebbe appropriato, visto che ci ricorda che ci vuole più Cristo nella nostra vita e ci flesha il cervello con il montaggio delirante di un crocifisso.

Il rumore che sentite è Buonarroti che si ribalta

Parte poi una scena da male bolge, c’è un tornado nel locale, tutti gli storpi e i mentecatti si accalcano, si vedono delle stimmate, poi Joan tocca il dito di uno malato con il suo, in un brutto tributo a Michelangelo e lo guarisce. Seh va beh, è arrivato l’unto dal Signore.

Finita la scena in stile pseudo Padre Pio, torniamo a Judy, che, mentre dorme soffoca e sogna gente impiccata, cosa che era successa anche durante il primo incontro con Joan. Anche questo ricordiamolo per dopo.

Comincia una scena piena di altre battute deprimenti, finché Joan non dice a Judy di chiedere al presidente del Paese di dargli il potere di interrompere ogni trasmissione televisiva a piacimento, soltanto premendo un pulsante. In Adrian si è proprio riciclato alla grande, non ha nemmeno cercato di cambiare un po’ le cose; d’altronde la prima volta l’idea era piaciuta così tanto, perché non riproporla? No comment.

Ovviamente il Presidente gli accorda tutto, neanche a dirlo. E fu così che Joan ebbe in mano il Pppotere!! Ma il potere non era il male? O era la società? No era il sistema? O il comunismo? Oppure era il consumismo? Beh, insomma, non si capisce bene cosa sia male.

Don Rodrigo è una cosa, ma l’Innominato è un’altra categoria

Ci viene finalmente presentato il vero supercattivo del film che a quanto pare non è la comunista Tina, che è il nostro Don Rodrigo, ma Jarak, il nostro Innominato, che grazie al cielo non può essere redento dal potere della Madonna perché è chiaramente Satana. Che plot twist, non l’avrei mai detto! Ma quello che sorprende più di ogni altra cosa è che Satana è…giapponese. Ok.

Haruhiko Yamanouchi è un eroe, va bene? Merita un’Oscar solo per aver acconsentito a girare certe scene

Scopriamo altresì, che il nostro padrone dei padroni del mondo era lo storpio guarito nel tempio. Jarak sequestra gentilmente Joan e gli offre un periodo di meditazione di 40 giorni nella sua megavilla con vista sul famoso deserto italiano del Sinai, che si trova in provincia di Milano, nei pressi della Val de’ Varri. Pochissimi riferimenti biblici, pochissimo palesi. Insomma, Jarak vuole mostrargli le fighezze della sua magnificentia in cambio del pulsante del potere, ma Joan comincia a cantare e ballare delle coreografie bellissime, il montaggio sembra quello delle soap opere di Etka Kapoor e poi Lui comincia a fare dei versi tipo Cab Calloway in Minnie The Moocher, con la differenza che, invece di essere simpatico, persino Satana lo guarda come se fosse posseduto. Dopo riprese infinite di militari che “ballano”, pure Jarak si mette a cantare, ma con la voce di Celentano, perché prima Cristo e Satana erano la stessa cosa, mentre si avvicendano scene di loro due che si fissano come Goku e Vegeta, montate A CASO!

Grazie al cielo ‘sto delirio finisce e la scena torna su Judy, ma rimane di sottofondo un coro molto drammatico, mentre la cornetta del telefono di Judy comincia a volare. Ma che c***o?! Ora sto pure guardando Poltergeist.

Joan ci fa un entusiasmante pippone politico, poi parte un altro musical dentro un teatro. Qui vorrei riprendere una cosa che ho tralasciato dell’inizio. Perché Joan ha una serva nera, che parla come quella deficiente di Via col vento? Dopo Adrian avevamo capito che gli piace quel film, ma che diamine?! Siamo tornati in America adesso?

E ora si ribalta anche Leonardo

Joan annuncia il suo primo intervento alla tv nazionale, ma prima i nostri occhi vengono graziati da una riproduzione live de L’ultima cena di Leonardo, con Joan al centro, che spezza il pane e versa il vino e la scooby gang multietnica di discepoli disagiati ai lati.

L’intervento va in onda e…lui sta zitto, poi dice di spegnere tutto senza dire niente. AAAH, UUUH, OH MIO DIO, CHE ATTO PROVOCATORE E CONTROCORRENTEEE! Ovviamente ottiene il più alto indice di gradimento e di ascolti della storia. Io voglio uccidermi. E’ tutto talmente bello, che non posso sopportare di vivere ancora in questa dimensione, voglio raggiungere quella in cui vive il cervello di Celentano.

Non uccidete, mi raccomando!

Ditemi se non vi sembra il Vladimir

Alla sede del giornale dell’Est, nel frattempo, ci sono nuvole all’orizzonte: tutti sono stanchi dell’ossessione, che Tina ha per Joan e persino il capo del giornale (che assomiglia terribilmente a Lenin, mi chiedo se sia fatto apposta) le dice di piantarla, rimarcando come il santone non dicendo nulla abbia detto più di tutti i politici che perepé qua qua, qua qua perepé.

A sorpresa però, Joan si presenta al giornale e fa a Tina un altro pippone su quanto il fantomatico Prima, di non si sa che cosa, fosse meglio, perché ora l’uomo è cattivo bla bla bla.

Tina lo tratta male e lui per tutta risposta le dà un biglietto con su scritto “ti amo”. Ma se ti ha sputtanato in prima pagina fino ad adesso e ti ha detto in faccia che intende continuare! Va beh, ma perché mi stupisco e cerco una spiegazione logica?

Nella sequenza successiva vediamo un gruppo di drogati e ora dopo cinquemila paragrafi ritorna in scena Emanuela Carboni, la tizia rapita all’inizio. A quanto pare è stata rapita dai drogati. Intanto Joan annuncia un altro discorso. Speriamo che stavolta dica qualcosa almeno. Il programma va in onda e Joan ci dice di non uccidere, poi annuncia, che al binario 7 della stazione c’è un treno pieno di cadaveri non ancora nati. Il povero poliziotto idiota, che l’aveva fermato all’inizio del film, si illumina d’immenso e prepara un blitz con mezzo esercito alla stazione.

Favolosoh!

Nel frattempo, di punto in bianco, i drogati decidono di uccidere il loro ostaggio, che è legato su una sedia in mezzo ad una stanza e guarda la tv. Ma perché hanno messo una tv nella stanza dell’ostaggio? Basta speculare su cose ovvie. Sta di fatto che, quando Joan dice di non uccidere, sembra proprio che parli al drogato, che sta per uccidere Emanuela e indovinate un po’? L’uomo si ferma, la slega e la aiuta pure a scappare. Ma certo! Già aveva senso averla tenuta lì sei mesi per poi ucciderla a caso, adesso il santone ti dice di non uccidere e tu improvvisamente diventi san Disma! Dopodiché veniamo deliziati da un altro musical infinito. La chitarra di Celentano è favolosa però.

Il livello di assurdità di questi titoli di giornale è inversamente proporzionale al livello di grammatica dei titoli di giornale di Adrian

Mentre questi cantano e ballano e che bella la vita, il blitz alla stazione va a buon fine e nel vagone merci vengono trovati DEI FETI IN UN FRIGO! Soffro immensamente nello scrivere questa frase: Satana giapponese paga donne incinte, per ottenere i loro feti, che poi mette in frigoriferi, per venderli all’industria cosmetica, perché dai feti vivi possono estrarre sostanze per prodotti antirughe. VIVI! Come c***o fanno ad essere vivi Celentano?! COME?! Nemmeno quei pazzi del QAnon riuscirebbero a credere a questo!!

L’ultimo atto

Giungiamo dunque all’ultima mezz’ora, che comincia con l’installazione di una croce e un tizio che regge chiodi e martello, il tutto dentro una scultura a forma di uovo rotto, mentre Jarak ci sbocca dentro. Passiamo oltre che è meglio.

Intanto la Carboni ci racconta di quanto sia stato figo il momento della sua liberazione e che da ora in avanti avrà un unico Dio: Celen…ah…ehm…Joan.

Subito dopo assistiamo ad una scena, che sembrerebbe vagamente un’eco del Getsemani, con gente ammassata che dorme, mentre Joan è sveglio e pensa ad una tipa che corre in un fiume, in stile Baywatch, vestita da statua della libertà, ma con la falce e il martello sul davanti del vestito e la bandiera americana come gonna. Mi sa che si è fumato un po’ troppe foglie d’ulivo.

Poi c’è un altro video musicale dove la gente balla felice nel locus amoenus e non si capisce perché.

Intanto, Satana chiama incazzato Joan, dicendogli che non ha molto gradito il suo regalino e quindi capiamo che Joan gli aveva inviato la croce per esorcizzarlo. Santo cielo! Jarak decide quindi di ucciderlo. Hallelu-fottuta-jah! Decide di ucciderlo di lunedì, folgorandolo con le luci del teatro. Chiamate un’ambulanza, questa donna sta male, è svenuta! C’è un documento per identificarla? Sì, c’è scritto Fisica. Comunque non va bene, se me lo uccidi di lunedì, poi mi risorge di mercoledì!

E’ scientificamente attestato, che il culo del babbuino è assolutamente inadatto per i lavori di post-produzione

Dopo una breve parentesi, che ci presenta un flashforward montato col fondoschiena di un babbuino, Satana inchioda un manichino alla croce, il tecnico luci viene ucciso (nooo) e il teatro, dove Joan abita coi suoi quattrocentododici discepoli mentecatti, si riempie per l’ultimo discorso.

Ovviamente ci viene propinato un altro sproloquio politico, nel quale, per tenere la retorica ad un livello accettabile per il popolino ignorante, Joan usa molto poeticamente la parola “merda”. Eh no, sei stato raffinato finora e adesso mi caschi così, parlando della merda del mondo, che è, sì, causata dai politici, ma non dimentichiamoci che, come dice anche Adrian, il popolo è il suo peggior nemico, perché se eleggi la merda sei una merda tu stesso. Non si è davvero minimamente sprecato a cambiare un po’ il suo lavoro. 2019 is the new 1985. Il che è imbarazzante, ma continuiamo la nostra discesa nella natural burella.

Un singolo frame non rende l’idea della bellezza di questa sequenza

Ad un tratto, il raggio di un phaser gigante viene sparato dall’alto e colpisce Joan in pieno petto con un EFFETTO BELLISSIMO ED UNA CADUTA FINTISSIMA, OH MIO DIO, E’ UNA SCENA STUPENDA, PIANGO!

La gente comincia a spararsi addosso, mentre la comunista a casa comincia a piangere e tutti credono che Joan sia morto, ma colpo di scena! E il terzo secondo resuscitò da morte. Satana incazzato nero, spacca tutto, prende una picca e la scaglia nel costato del manichino crocifisso. Cosa sta succedendooo?!

Da qui comincia la fine. Di nuovo arriva un uragano, abilità che possiamo ammirare anche in Adrian. Ma Cristo mica le calmava le tempeste? In tutto questo la comunista si mette a battere a macchina freneticamente e niente lei la lasciamo lì.

Principia, grazie a Dio, l’ultima canzone, che parla di Cristo che toglie i peccati del mondo, amen. Parte un terremoto, tutto crolla ed è in fiamme, proprio come l’ultima mezz’ora di Adrian, uguale spiaccicato, delirio totale, casino, e in tutto questo, c’è la scena da Oscar! Pensavate che fosse il tentato omicidio, vero?

Quella merda profuma di Oscar!

Satana giapponese si accovaccia, si caga in mano, poi va in giro ridendo isterico con la merda in mano e poi lancia la merda in faccia al manichino crocifisso, dopo aver gridato “è questa la merda del mondo e tu devi mangiarlaaa!”, senonché la croce diventa fotonica e spara tre raggi laser in faccia a Satana che si ustiona, si spacca in due e dal corpo esce un serpente! IL NOUMENO DEL TRASH MI HA APPENA VOMITATO NELL’ANIMA!!

RAGGIO LASER DELLA SANTA TRINITA’, ATTIVATI!

Dopo questa scena, che meriterebbe di entrare nella storia del cinema passata, presente e futura, ora e per sempre, verso l’infinito e oltre l’arcobaleno, Judy si rende conto di essere l’incarnazione di Giuda, ecco perché l’impiccato, e quindi restituisce i 30 denari a Joan. Ma i denari non erano di Gesù! Va beh. Intanto scoppiano l’Apocalisse e il Giudizio Universale, tutti muoiono, mentre Tina è ancora lì che scrive imperterrita e imperturbata, mentre Stalin la guarda. Infine tutte le effigi di Beppone e Mao vengono distrutte dal terremoto e finalmente Tina muore sotto le macerie con il biglietto di Joan in mano. Porco demonio. Cosa sta a significarmi questo?!

Dopo la visione di questo capolavoro posso affermare che la scena di Pavarotti è stata ufficialmente superata (e non lo credevo possibile) dalla scena della cagata con croce fotonica. Nel complesso il film è sia peggio che meglio di Adrian, dipende dagli aspetti che si considerano. I discorsi di Celentano erano certamente più innovativi negli anni ’80 di come suonano nella serie animata e ci sono varie cose che possono essere perdonate più che al cartone, d’altro canto, l’assurdità totale va oltre l’umana comprensione. Adrian aveva delle scene random a volte, ma nel complesso, più o meno, erano coerenti nel contesto; in questo film ci sono cose che ti spappolano il cervello, se provi a dar loro un senso. Tutto sommato un degno progenitore.

La nostra meravigliosa avventura si conclude qui, volpini, befanine e orologini. Con la speranza che abbiate conservato qualche sinapsi intatta, il mio voto a questo intero ciclo di Bellezza è DIESCI E LODE. Ciao!

Merendinaatomica
Il disagio è il mio pastore.

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