“Umirati u lepoti”.
Per chi non ha molta familiarità con le lingue slave la reazione sarà probabilmente più o meno questa: “Ma che c***o stanno scrivendo?!?”. Ma noi come magistralmente il dottor Pivetta (aka Giacomino Poretti) rispondeva al suo primario Helmut Alzheimer (alias Giovanni Storti): Ce ne sbatteremo altamente le palle! Già, perché come i medici interpretati dal trio comico più famoso d’Italia, siamo per il metodo Pallenberg… O forse no. No, siamo decisamente per il metodo Pallenberg, ma per questa volta faremo un’eccezione.
“Umirati u lepoti” significa letteralmente “Morire nella bellezza”. È un antico adagio che descrive molto bene quella parte della penisola balcanica una volta unificata sotto la bandiera jugoslava. Un concetto espresso magistralmente dalle rappresentative calcistiche slave, piene di talento il cui unico obiettivo era specchiarsi nelle proprie capacità, spesso mettendo in secondo piano il risultato. Una necessità spasmodica ed ossessiva per la quale i giocatori accettavano addirittura la possibilità di perdere, essere sconfitti da avversari molto più modesti. “Umirati u lepoti”: morire nella bellezza.
Ora vi chiederete nuovamente: “Ma che c***o ci azzecca questo con un sito trash?”. Beh è semplice. Noi vogliamo morire nella bellezza del trash. Non ci importa se falliremo, se sbaglieremo o se non accontenteremo tutti. Ve l’abbiamo già detto siamo per il “Metodo Pallenberg” e per “Morire nella bellezza del trash”.
Su questo sito potrete trovare il trash declinato in ogni sua forma.
Video, foto, meme, articoli. È un progetto ambizioso di un gruppo di amici che vuole esprimere la propria visione del trash, non limitandosi però alla mera condivisione di video o foto. Vogliamo esplorare ed indagare il trash, partendo dai suoi albori ed esaltandone ogni sua forma. Vogliamo spiegare il trash, rendendolo accessibile a tutti. Vogliamo ridere del trash tra di noi e con voi. Insomma lo ripetiamo per l’ennesima volta… “Umirati u lepoti”. Moriamo tutti insieme nella bellezza del trash.
L’Antica Trasheria del Corso, 2020.