Adrian Titolo Serie TV Celentano

Episodio 1 – Adrian: la serie evento

Tracollo al decollo - La prima puntata

Parliamo del primo episodio. E’ difficile descrivere qualcosa di così sublime a chi non ha ancora posato il suo sguardo su cotanto splendore, ma prenderò sulle mie spalle l’arduo compito di provarci. Fine excusatio ed inizio spoiler.

La sigla

Già il frame iniziale è magnifico. La versione scartata del titolo per Aladdin, su uno sfondo arancione e viola super-saturato. Non griderò di nuovo al capolavoro per ora. Parte la melodia di una fisarmonica e bam! Non sono ancora passati 30 secondi che già vediamo le zinne dell’alter ego della Claudia Mori ballonzolarci davanti agli occhi, con questi fumetti semi-animati alla Bong Chong Dong ghost, e le bizzare espressioni facciali del giovane alter ego di Celentano, quando la sua faccia è visibile e non risucchiata dalla bocca dell’amante. Dopo un breve excursus su quella che deve essere stata l’intera vita sessuale della coppia, parte l’episodio.

Un incipit grandioso e grandiosamente random

Bisnonno nazista di Thomas

Il caos comincia fin da subito, con scene dal sapore vagamente storico e non, che si affastellano una di seguito all’altra per fare un po’ il punto dall’inizio dei tempi fino ad oggi. Dopo una scena iniziale, che potrebbe essere una specie di tributo brutto a 2001- Odissea nello spazio, si susseguono velocemente, schiavi, i binari di Auschwitz, gladiatori, i binari di Auschwitz, guerre contro i nativi americani, i binari di Auschwitz, il bisnonno nazista del trenino Thomas, vari altri disastri causati dall’uomo, gente che beve champagne, I BINARI DI AUSCHWITZ e poi la causa di tutto questo, cioè il consumismo e l’indifferenza. Il trend mi sembra chiaro a questo punto. A Celentano non piacciono i treni.

Lo svolgimento: perché imbottire panini con prosciutto e mercurio fa male

Dopo un’introduzione così densa di contenuti e carica di aspettative, cominciamo già a intravedere la presenza di un certo grado di egomania. Ci troviamo catapultati nel 2068 a Milano, che sembra la versione alfa di Spider-Man 2 e infatti di qui a breve cominceranno i primi bug, ma prima i personaggi.

Scopriamo che Adrian è un orologiaio e vive in via Gluck, che, magicamente, si è salvata da un level-editing troppo futuristico. Scopriamo altresì che Gilda, la perfezione femminile, uscita dalle mani di Milo Manara, è ninfomane, ma di questo avevamo avuto un sentore già dalla sigla.

Dopo un deplorevole teatrino pseudo-comico di due vecchie, che si chiamano Anidride e Carbonica, e i primi cedimenti nella sceneggiatura, vengono presentati i cattivi. Un appunto sul doppiaggio: unica cosa non trash, ma, come ci si aspetta dalla nostra scuola, effettivamente ben recitata, viene comunque storpiata dalla voce del maestro, che in questo caso stride come le unghie su una lavagna. I cattivi: usciti fuori direttamente da Killzone e Men in black, con tanto di bombe smolecolarizzanti perché la fisica non esiste, si presentano con un intero squadrone di SWAT naziste, che fanno irruzione nella casa di una povera famiglia di proletari, che vive in 20 metri quadri e che viene etichettata come terrorista, senza prove, completamente a caso, dal malvagio capo della polizia. Va bene.

Questa cosa bellissima

Dopo ulteriori cedimenti nella sensatezza dei dialoghi, ritorniamo al negozio dell’orologiaio, dove comincia un montaggio musicale delirante, il primo di una lunga serie, nel quale Gilda tenta di strappargli ripetutamente i vestiti, come una belva assatanata, mentre lui scappa. Fanno sesso semi-animato e compare la faccia del ben noto schizzo preparatorio di Manara, che ancora non si sa per quale mistero sia stato incluso nel montaggio; tutto ciò sovrapposto a loro che vanno in bicicletta, due Marilyn Monroe wannabe, dei teppisti in moto, il capo della polizia che parla di un concerto di Capodanno, cominciano i bug di Spider-Man, con riprese cittadine che vanno avanti e poi tornano indietro e finalmente ci ritroviamo al concerto, insieme ai cloni di Prophet che arrestano a caso altra gente.

Spike Freddy Sangiorgi

Tiriamo un respiro. Compare sul palco una band. Il frontman è un tipo ossigenato, che sembra Spike direttamente da Buffy-The vampire slayer, vestito da Freddie Mercury, con la voce di Giuliano Sangiorgi. Il mix è appropriato al pastiche visto finora, quindi non ci stupiamo. Nel frattempo in mezzo al pubblico una tipa viene quasi stuprata, ma nessuno se ne accorge (anche questo episodio è soltanto il primo di molti). Giuliano, che si chiama Johnny Silver, sceglie Adrian tra i fan del pubblico, per cantare una canzone da lui composta e poi lo molla sul palco per andare a fare bonshibonshibobobon con due minorenni. Adrian comincia a cantare: la prima domanda che sorge spontanea è: “perché quella chitarra elettrica suona come una chitarra acustica?”. Dettagli. La canzone I want to know o meglio Ai uon ciu no, incredibilmente, sveglia le menti del pubblico, con un testo arguto di critica feroce alla società consumista, pronunciato in un inglese impeccabile. Le ragazze del coro, che sembrano uscite da un night club di Tron, ovviamente, non avendo mai visto Adrian, come logica conseguenza conoscono già testo e coreografia. Il molleggiato comincia a fare quello che sa fare meglio, ma Orso e Carbone, la versione povera dell’agente K e l’agente J, non sono molto per la quale e fanno sgombrare con la forza il concerto. Adrian scappa, ma prima si ritrova faccia a faccia con gli agenti che gli chiedono dove abita e lui glielo dice pure, tanto un secondo dopo arriva un fulmine, lui si teletrasporta e noi scopriamo che ha i superpoteri. Ah. Comunque Johnny viene beccato e la sua carriera comincia a un rapido declino.

Scopriamo che il capo dello Stato è un altro tizio, che assomiglia all’ennesimo nazista e che, magicamente, tutti gli apparecchi elettronici usati per riprendere Adrian la sera del concerto, sono stati messi fuori usa dal provvidenziale fulmine. Tutto regolare. Nel frattempo scopriamo, altresì, che Orso e Carbone sono due idioti, che non ricordano nemmeno il volto e il posto dettogli in faccia da Adrian stesso. I migliori agenti della dittatura più stupida mai esistita sono due idioti. Mi sembra coerente. Altro mini-montaggio inutile, Adrian che sostituisce l’insegna del negozio con la scritta “La bellezza ti salverà”, perché tranquillo che così non dai nell’occhio, poi nel negozio entra un ragazzino, che chiede consigli d’amore al nostro eroe e lui gli dà un foglio con su scritta una poesia. L’ingenuo ragazzo vorrebbe pure pagarlo per il grande servigio, ma a questo punto Adrian dice la frase emblema di questo capolavoro: “La bellezza non si paga”. Nel frattempo i fedelissimi agenti del governo cominciano ad avere dubbi morali sul loro lavoro. Che tempismo perfetto.

Dranghestein Cullen

Ma l’episodio ha ancora qualche perla in serbo per noi. Ci spostiamo a Napoli. Cosa non può mancare a Napoli? La pizza, il sole, il mare? No. Il Chrysler Building targato Mafia International a caratteri cubitali! Ovvio! Ci viene rivelato che il precedente capo dello stato nazista, in realtà è una marionetta di Edward Cullen, che ha scalato la gerarchia delle cosche mafiose, dopo una brillante carriera da pappone. Dranghestein, un diabolico appaltatore, il cui nome si può immaginare voglia richiamare forse l’orrore della mafia, detto anche “il dissanguatore”. Come avevamo detto appunto, un vampiro. Dopo una scena pietosa in cui un barbone lo insulta, viene nuovamente ribadito quanto le città moderne siano brutte, mentre suddetto barbone viene pestato a morte e buttato in un cassonetto dai picciotti del boss, mentre delle scritte a caso in sovrimpressione pongono la retorica domanda “e Renzi ke fa?!”.

La conclusione perfetta non esis…

Torniamo a Milano, dove i due agenti ancora non hanno idea di dove sia finito il loro cervello. Mentre cercano disperatamente la connessione tra le loro sinapsi, Adrian e Gilda stalkerano il ragazzino innamorato, che a sua volte sta stalkerando la ragazza che gli piace. Lei non se lo fila e manco fosse Regina George se ne va con sdegno, ma il ragazzo imperterrito continua ad importunarla, leggendogli la poesia di Adrian. Non fa in tempo a finirla che lei è già interessata e quando la finisce ha la lingua nella sua gola. Quello che succede nella quotidianità insomma. Da questo punto in poi, comincia un altro montaggio musicale. Il fondoschiena di Gilda, mentre propone la versione moderna de L’assenzio, compare sopra altri giri in bicicletta, insieme ad altri schizzi giganti color seppia di Gilda e Adrian semi-animati, mentre sullo sfondo ci sono sempre loro due su dei cammelli nel deserto. Poi lui ricomincia a spogliarla, compare il disegno della casa romita, disegnata direttamente da Celentano con Paint, e poi altri cammelli e altri sederi. Infine i titoli di coda pornografici.

Cose

Da notare che certe parti, sono talmente assurde e concitate da non poterle nemmeno commentare, ma, per la verità, non hanno affatto bisogno del commento, tanta è la loro bellezza. Come qualche anima pia ha notato, ogni singolo frame di questa serie è l’idea di bellezza, quindi ha pensato bene di aprire la pagina Facebook Ogni frame di Adrian La Serie Evento in ordine. Se avete già visto la serie sapete di cosa parlo, se non l’avete vista, andate a guardarla, non ne vale solo la pena, è un’esperienza mistica in crescendo.

Merendinaatomica
Il disagio è il mio pastore.

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