Chi decide di guardare Beast of The Bering Sea, passerà esattamente la serata che si aspetta: un brutto horror, con mostri animati male, una recitazione scadente e una trama insensata. Ma come ogni film di mostri che si rispetti, ha le sue piccole perle, dei colpi di genio inaspettati, che ci fanno domandare quali sostanze meravigliose assuma certa gente quotidianamente. Nel cast peraltro spicca la presenta di Cassie Scerbo, già stella del capolavoro trash Sharknado.
Predatori inefficienti, pesci pressoché immortali e finti vampiri
L’elemento clou di questo film sono ovviamente animali orribilmente mutati. Mante-vampiro: l’intero concetto è talmente assurdo e sbagliato, che è geniale.

Le mante si nutrono di plancton, sono tra le creature più innocue del mondo, quindi non si capisce bene, quando il ciclo evolutivo abbia preso una piega così brutta; ma non interroghiamoci troppo sulla plausibilità scientifica, anche perché le nostre adorabili creature presentano un altro problema: alle vere mante piacerà anche volare fuori dall’acqua, ma sono sempre pesci, quanto potranno mai sopravvivere fuori dall’acqua? Il terzo problema è che sono vampiri, ma sembrano incapaci di succhiare sangue, il quale, invece, va per la maggior parte sprecato, nel tentativo di dare un sapore un po’ splatter alla pellicola. Per finire, meglio non soffermarsi troppo a pensare alla riproduzione di queste creature, diciamo solo che Ridley Scott sarebbe fiero (o inorridito).

Personaggi splendidamente caratterizzati
Beast of The Bering Sea è quel tipo di film che divide i suoi protagonisti in due categorie: quelli che vuoi vedere morti per tutta la durata del film e quelli che dal nulla tirano fuori abilità straordinarie e salvano la situazione con idee geniali, ma non così geniali. La maggior parte ricade nella prima, che si contraddistingue per stereotipi, antipatia e pura stupidità, mentre il secondo gruppo ci grazia con l’eroe di turno, che passa da sfigato a genio in pochi minuti. La qualità della recitazione ovviamente rende la profondità dei personaggi ancora più convincente, ma la produzione non poteva certamente permettersi le star di Hollywood, come ci confermano le animazioni da b-movie.

Decisioni inconsistenti e soluzioni oltre la fantascienza
Se c’è una cosa per cui questo genere brilla, sono le decisioni prive di logica dei personaggi, quando confrontati con l’ignoto. Le scene ci fanno riflettere: sono intenzionalmente stupide, è solo pigrizia mentale o gli sceneggiatori pensano che sia plausibile un comportamento simile di fronte ad un potenziale predatore mortale? Gli indizi sembrano puntare verso la seconda ipotesi, ma se si trattasse della terza, Dio li salvi. La crème de la crème però è di solito, e nemmeno questo film delude, la soluzione definitiva del problema, che è talmente stupida scientificamente, che una persona non può pensarla consapevolmente, ma deve per forza essere il frutto di qualche incubo post-peperonata.

Beast of The Bering Sea è il classico film dell’orrore, che non si sforza nemmeno un po’ di essere spaventoso o accattivante, puntando tutto sul concetto di mostri grotteschi e situazioni ridicole, che se ne fregano della fisica. Nonostante la pellicola vanti una star d’eccezione, avvezza alle produzioni di seconda categoria come Cassie Scerbo, nell’insieme rimane sotto tono, senonché questa volta la scelta del predatore salva per davvero la barca che affonda, non essendo il trito e ritrito squalo mutante, ma una creatura inaspettata, che sfida le leggi dettate dalla sua stessa natura e non ha nessuna ragione di esistere se non divertire la psiche malata dei creatori, che un giorno si sono svegliati e, hanno deciso che una manta-vampiro sarebbe stata una buona idea. Trash sì, ma non troppo.
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